La maratona di Chicago...testa,gambe e cuore

di ADELINA MONELLO

Il mio viaggio è iniziato per caso, nel 2022 ho partecipato  alla lotteria della maratona di Chicago pensando che molto probabilmente non avrei vinto, i miei amici mi dicevano che non era facile essere estratti, ma comunque valeva la pena provare. Per qualche strana coincidenza sono rientrata nella rosa dei fortunati vincitori, ricordo ancora la gioia che ho provato quando aprendo l’e-mail ho letto “Hi Adelina congratulations!” ho chiesto a mio marito Andrea conferma di quanto avevo letto, non ci credevo! Ho iniziato a telefonare alle persone a me più care, avrò riaperto quella e-mail non so quante volte perché mi sembrava un sogno e  così insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di vivere questa avventura in America, a questo punto non potevamo tirarci indietro.
La maratona non é solo correre 42 km ma é un percorso sportivo e mentale che inizia dal giorno in cui viene preparato il programma degli allenamenti fino al giorno della gara,dove hai voglia di correre e goderti questo percorso che ti porterá a tagliare il traguardo più ambito.
Purtroppo il mio percorso sportivo è durato solo un mese, con il coach Natale abbiamo concordato che era il caso di mettere km sulle gambe per avere la sicurezza di arrivare al traguardo senza grandi pretese sul tempo di gara. Sappiamo tutti che una maratona se la si vuole correre bene richiede una preparazione atletica adeguata e la giusta tempistica,di regola non sono ammesse improvvisazioni,  ma io questa tempistica non ce l’avevo.La mia vita privata è  piuttosto complessa tra impegni di lavoro e famiglia ed é per questo motivo che spesso partecipo alle gare con una preparazione basilare, lasciando che il mio corpo e le emozioni gestiscano la prestazione.Il percorso mentale invece era completo,i miei amici del Team Camelot mi avevano supportato e incoraggiato,il giorno prima della partenza il coach Natale salutandomi mi aveva detto “ vai e goditi la gara ma se riesci metti anche qualcosina in piú”, naaaaa pensavo,a stento arrivo al traguardo figuriamoci se riesco a “spingere”, mi impegnerò a terminare la gara sotto le 4:00 questo era il mio modesto obiettivo.
Come ogni maratona, un altro mio rito scaramantico molto importante è il bacio in fronte di  zio Mauro detto General,la benedizione di un grandissimo atleta ad una discepola, questo gesto che ormai é diventato una consuetudine con relative raccomandazioni e qualche volta previsioni su possibili tempi,rappresenta la fine della mia preparazione,a questo punto tocca solo infilare le scarpette e correre.
Arrivata a Chicago sono stata invasa da luci,colori,odori, sensazioni positive, l’America è proprio BIG in tutte le sue forme ,mi sono subito  sentita  bene,carica di energia nonostante il lungo viaggio in aereo e le poche ore di sonno,tutto era bellissimo, diverso dalla mia cittá e questa cosa mi incuriosiva molto.
Il giorno della gara ero in perfetta forma,felice come non lo sono mai stata,ero in griglia con il mio bel pettorale azzurro G, l’iniziale del nome di mia figlia “Giulia”, pronta a correre,sentivo che sarebbe stata una bella giornata, il tempo era buono e il vento di Chicago accettabile. I miei amici Camelot erano al mio fianco ( soprattutto Chicca il raggio di sole del nostro team) e questa gara era anche per loro,portavo il nostro verde ad una major!poi mi rassicurava il fatto che durante il percorso avrei incontrato mio marito Andrea e mia figlia Giulia,tifosi scatenati e grandissimi sostenitori di queste mie pazzie.
I primi km li ho affrontati con la testa, insieme al mio amico Massimo,non volevo esagerare e sapevo che non avevo preparato bene questa gara quindi dovevo essere prudente,poi dopo il 15 km non so cosa è successo,la testa si é arresa a quel clima di festa che si percepiva in ogni angolo del percorso e le gambe sono partite, ho salutato Massimo e via alla conquista di Chicago!. La tifoseria era davvero pazzesca,c’era tantissima gente a bordo strada,chi gridava ,chi ballava,chi suonava, tutti erano lì per noi runner,c’erano tanti cartelloni con i nomi delle persone che gareggiavano e più passavano i km più le mie gambe aumentavano il ritmo immerse in questo clima goliardico e surreale,mai vista una partecipazione così forte ad una maratona; poi verso il 38 km ho iniziato a sentire la stanchezza,allora ho rallentato ma dentro di me c’era la frase di Natale che mi spronava a dare quel qualcosa di più, così un pò aumentavo il ritmo e un pò rallentavo per recuperare, preoccupata dalla possibilitá di avere un crampo. Alla fine al traguardo ci sono arrivata 17748 su 45000 finisher ed é stata una bellissima esperienza,che ho terminato con tempo molto vicino al mio PB,sfiorato per pochi secondi e ben oltre le mie aspettative.Ma la cosa che più mi preme sottolineare é che ho rispettato le mie gambe, inseguendo un sogno con responsabilitá!
La maratona è una gara davvero particolare nel suo genere, è un lungo viaggio spesso in solitudine che ti porta ad acquisire una maggiore consapevolezza di te e delle tue potenzialitá,ultimamente nei momenti più difficili dico sempre che se riesci a correre 42 km puoi fare tutto nella vita!però la maratona deve essere preparata e mai improvvisata soprattutto se si ha poca esperienza, la si deve saper gestire e rispettare usando la testa, le gambe e soprattutto il cuore. Il supporto degli amici e delle persone care é fondamentale per affrontare questo percorso, perchè ti trasmettono quell’emozione che nei momenti di fatica ti aiuterà ad andare avanti.Quindi amici runner via auguro di vivere questa bellissima avventura almeno una volta nella vita.Buona maratona a tutti e divertitevi correndo.